Lorenzo Bonechi alla Galleria Il Ponte

Lorenzo Bonechi

Delle opere radicali / dipinti e carte 1982 – 1994

a cura di Carles Marco

16 ottobre – 30 dicembre 2020

opening 16 oct. H 18.00

in collaborazione con l’archivio Lorenzo Bonechi

Lorenzo Bonechi, Figure, Olio su tela, 1988

 

La galleria Il Ponte dedica una personale a Lorenzo Bonechi, che raccoglie e sintetizza attraverso
alcuni grandi dipinti, disegni, una scultura e un nucleo di finissime tempere, il breve percorso
creativo dell’artista che si spezza all’apice della sua maturità artistica, nel 1994, a trentanove anni
di età, dopo la grande mostra a New York da Sperone Westwater e l’invito alla XLVI Biennale di
Venezia per l’anno successivo.
“Lorenzo Bonechi é stralunato poeta, viandante di una Toscana che sente più del Sassetta e della
gotica delicatezza senese, ma non cerca antenati, tutta protesa com’è in un sognante futuro di
speranza, ribaltando lo scacco della Metafisica dechirichiana e attingendo semmai alle fiduce di
Savinio. Le sue figure allungate come fusi, adatti a filare senza fine un segno luminosamente variabile e
leggero come un fuscello, che si riammatassa in cocuzzoli come covoni, in nuvole e in cupole di
paglia, o pendii incurvati con sedie a dondolo, imprimendo un dolce moto al longilineo equilibrio
della composizione. La sua tematica è un soffiato confronto fra l’uomo e la natura, in cui la luce è
protagonista e mediatrice di una comune essenza d’animazione e di poesia. Tramestii quasi
impercettibili agitano mezzi toni e penombre volatili, in un sacerdotale silenzio che condensa un
sentimento di attesa.”

Maurizio Calvesi, Lorenzo Bonechi, 1955-1994,

Pittura di luce, Aska edizioni, Firenze, 2005


Biografia

Lorenzo Bonechi nasce a Figline Valdarno il 12 aprile 1955. Tiene la sua prima mostra a Figline
Valdarno nel 1979 e dal 1982 si dedica esclusivamente alla pittura.

Partecipa a mostre collettive in Italia, a Prato e a San Giovanni Valdarno, negli USA, al Smithsonian Hirshhorn Museum di Washington D.C. e a Akron (Ohio), in Gran Bretagna alla Tate Gallery di Londra, in Giappone al National Museum of Modern Art di Tokyo e al National Museum of Art di Osaka.

La sua prima personale come pittore è del 1985, tenutasi presso la Galleria Carini di Firenze, riallestita poi
presso la Fabian Carlsson Gallery di Londra e alla Sharpe Gallery di New York. Parallelamente si
interessa alla scultura, che diverrà parte integrante della sua ricerca artistica.

Profondamente legato alla sua terra di origine, studia la pittura e la scultura del Trecento e del Quattrocento toscano, ma anche l’arte bizantina e quella russa antica, analizzandone le radici storiche e
letterarie.

Nel 1987 nasce il ciclo pittorico delle Città Celesti, dove rilegge il tema della Gerusalemme Celeste, attraverso le fonti sacre e filosofiche antiche, realizzando poi costruzioni geometriche essenziali. Si susseguono mostre individuali a Firenze, Vienna, Göteborg, Zurigo, Londra.

Nel 1993 presenta la sua personale alla Sperone Westwater Gallery di New York.

Nel 1995, dopo essere stato invitato alla 46° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, muore
improvvisamente a Figline Valdarno, a soli trentanove anni, il 23 novembre di 1994. La Biennale gli
dedica comunque due sale del Padiglione Italiano ai Giardini.

Nel 1996 il Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi gli dedica una mostra con opere e materiali donati dall’artista nel 1993.

Nel 1997 viene allestita una retrospettiva in Spagna, a Valencia, nella Sala Parpalló del Centro Cultural La Beneficència.

Nel 2004, in coincidenza con i dieci anni della scomparsa, Firenze, in Palazzo Strozzi e Figline Valdarno, sua terra natale, nel Palazzo Pretorio, allestiscono una vasta retrospettiva: Lorenzo Bonechi. Pittore di luce.

Nel 2007 una mostra sull’opera completa delle incisioni è organizzata dal Museo di Belle Arti di Valencia nel Centre del Carme (Spagna) con il titolo Lorenzo Bonechi. Els Gravats.

Nel 2009 presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato viene esposta la grande opera Conversazioni assieme a diversi disegni preparatori.

Nello stesso periodo a Terranuova Bracciolini, nel Palazzo Concini, ci sarà una prima mostra dedicata alla scultura e alla fotografia.

Nel 2013 all’interno del Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo è dedicata una esposizione di opere di Lorenzo in dialogo con le opere antiche presenti sul luogo.

Alla fine del 2014, e in coincidenza con il ventesimo anniversario della scomparsa, ci sono due mostre quasi contemporanee, una nel Palazzo Pretorio e la Chiesa dell’Antico Spedale Serristori, a Figline Valdarno, sugli angeli e le crocifissioni, e l’altra nel Palazzo Ducale a Urbino, L’attesa contemplativa, con i suoi grandi dipinti.

A dicembre del 2016 si apre una mostra personale con disegni, tempere e sculture nella Galleria Studio Tommasi a Firenze.

A maggio del 2017 si espone la sua opera nella mostra Incontro 2 assieme a Gianluca Sgherri nella galleria Filarete a Empoli.

Tra il 2018 e il 2019 si assiste ad il ciclo di collettive Dalla Gola del Leone, l’ultima nel bellissimo scenario dell’Oratorio di Santa Caterina, a Ponte a Ema (Fi).

Alla fine del 2018 e inizio del 2019 si annovera la personale Il cerchio e le nuvole. Lorenzo Bonechi o ‘della giovinezza’, una ampia retrospettiva dei suoi lavori giovanili, allestita nel Palazzo Pretorio della sua città, Figline Valdarno.

Nel febbraio di 2020 si è svolta la giornata di studi su Lorenzo Bonechi alla Certosa di
Firenze dal titolo Lorenzo Bonechi (1955-1994) Dall’incanto di un febbrile silenzio.

Dal 3 aprile, la galleria Il Ponte di Firenze dedica all’artista una personale dedicata ai dipinti e disegni di grandi dimensioni.


 

LORENZO BONECHI 

Delle opere radicali

Galleria Il Ponte

Firenze

 

Lorenzo Bonechi, Senza titolo, olio su tela, 1988

 

Una delle complicazioni che presenta il lavoro del Bonechi è la sua assoluta singolarità, assunto che lo rende un’isola piccola e sperduta, di difficile scoperta nel vasto oceano dell’arte contemporanea. Come in altri casi, il suo genio non ha avuto seguito e non ha fatto scuola, è rimasto a sé stante ed è scomparso giovane, molto giovane.

Lorenzo si associa alla pittura bizantina e a quella toscana del Trecento, e le conduce alla categoria di universali, in un fruttuoso dialogo con il passato, pur essendo immerso nel presente. La sua opera, veramente radicale, in aperta convivenza con la serenità e l’armonia dei suoi vecchi maestri, ci rimanda ad un umanesimo senza retorica, orientato a uno slancio creativo di solo apparente semplicità.

Preso atto dell’assenza della divinità, oggi, e del mancato contatto con la natura del nostro tempo, è nel carattere del suo profondo umanesimo il riafferrare il fluttuare del soprannaturale nell’anima umana o, più adeguatamente, il ritrovare l’unità dell’uomo con il divino.

L’impatto con la sua opera è quello dell’arte come mistero, del raffinato esercizio di mostrare l’invisibile nel visibile. Delle volte la bellezza delle opere lo aiuta, altre, si alza come ostacolo ai suoi scopi profondi.

Il suo lavoro, impregnato da un sereno silenzio, a momenti raggiunge la categoria di rivelazione, quasi una teofania. Perché l’elevato oggettivo dell’artista è quello di svelare gli archetipi, le figure e non le immagini, in un orizzonte dove alla fine sta l’uomo.

Lorenzo insegue con naturalezza l’alto sentimento di una sacralità al di sopra di ogni dogmatismo, come quella dei vecchi greci, che trovavano la magia degli dei dappertutto nella natura intorno.

Il suo è un linguaggio che ci attrae, ma nello stesso tempo ci risulta denso, inaccessibile, perché forse abbiamo perso le sue chiavi e il suo vocabolario, le parole, per spiegarlo.

Le opere del Bonechi, pitture, disegni, sculture, comunicano, traboccano d’un inspiegabile stato di grazia, di illuminazione e di trascendenza, che aspira a portare l’uomo, con raggiante umiltà e chiarezza, verso la purezza del Sacro.

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