La presentazione del restauro del monumento a Niccolini in Santacroce

Da sinistra: Emanuela Peiretti (restauratrice), Paola Rosa (Restauratrice), Irene Sanesi (Presidente Opera di Santa Croce), Claudio Paolini (Funzionario, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana e per la Provincia di Pistoia e Prato), Simonetta Brandolini d’Adda (Presidente di Friends of Florence), Kathryn A. Rakich Comunicazione e Cultura, Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze)

Santa Croce, Friends of Florence per la Libertà della Poesia

Sorprese dal restauro del monumento di Fedi a Niccolini

Copia in 3D per la mostra Sisters in liberty che si aprirà a New York in ottobre

Firenze, 5 settembre 2019 – L’Opera di Santa Croce e la Fondazione Friends of Florence alleate – in stretta sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – per il restauro della Libertà della Poesia, il monumento di Pio Fedi dedicato a Giovan Battista Niccolini, poeta, drammaturgo, patriota e grande protagonista degli ideali risorgimentali.

L’intervento è stato presentato questa mattina da Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce, Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione Friends of Florence, Claudio Paolini, funzionario della Soprintendenza insieme a Paola Rosa che, con Emanuela Peiretti, ha curato il restauro. È intervenuta Kathryn A.Rakich, del Consolato Generale Americano a Firenze, che ha ricordato come Santa Croce rappresenti da oltre 200 anni una porta verso gli Stati Uniti. Il progetto, infatti, è collegato alle celebrazioni per il bicentenario della presenza del Consolato a Firenze e delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Toscana.

L’intervento di restauro ha riservato alcune sorprese. Claudio Paolini ha ricordato come la genesi dell’opera – ultimata nel 1877 e inaugurata nel 1883 – sia stata molto travagliata, soprattutto per quanto riguarda la collocazione all’interno della basilica. Sicuramente, e la restauratrice Paola Rosa l’ha confermato aggiungendo che si tratta di un’operazione non usuale, Pio Fedi intervenne ampiamente sull’opera già collocata per migliorare l’impatto delle fonti luminose. Il restauro odierno ha liberato le superfici da un compatto e abbondante deposito di polvere e dalla patinatura che impedivano una corretta lettura.

L’intervento è stato interamente sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence che in Santa Croce si è impegnata anche per il Crocifisso del Maestro di Figline e per la Robbiana della Cappella Pucci Berardi.

“Questo restauro è testimonianza tangibile di quali risultati la collaborazione tra istituzioni e donatori privati che hanno a cuore i beni culturali riesce a produrre – sottolinea Irene Sanesi – Ringraziamo Friends of Florence, con cui condividiamo un positivo impegno comune, che ha sostenuto l’articolato intervento su un’opera che ha un alto valore simbolico ed è stata realizzata negli anni in cui Santa Croce, dopo l’Unità d’Italia, diventava luogo della storia collettiva e della memoria nazionale”. La presidente ha ricordato che il monumento è stato riprodotto nei mesi scorsi in 3D utilizzando un’accurata scansione ad altissima risoluzione, ad opera della Kent State University. A partire dal prossimo 18 ottobre sarà infatti al centro di Sisters in liberty, il progetto espositivo che l’Opera promuove all’Ellis Island Museum of Immigration di New York e che si concluderà il 26 aprile 2020.

“La nostra Fondazione ha scelto di intervenire proprio nell’anno del bicentenario del Consolato Americano in città, e questo restauro sottolinea il ponte fra Firenze e gli Stati Uniti – mette in evidenza Simonetta Brandolini d’Adda – Probabilmente la scultura è stata fonte di ispirazione della Statua della Libertà a New York, per noi è certamente l’opera depositaria di quei valori di libertà e di indipendenza che hanno fondato l’identità del popolo americano”. Simonetta Brandolini ha ringraziato con i donatori che si sono impegnati, Paola Rosa e gli altri restauratori.

Profondo è il legame di quest’opera, sotto il profilo artistico e ideale, con la Statua della Libertà che illumina il mondo della Liberty Island di New York, realizzata da Frédéric Auguste Bartholdi pochi anni dopo. La similitudine tra le due sculture è da tempo al centro di un dibattito critico: è possibile che la statua di Pio Fedi sia stata la fonte di ispirazione per l’artista francese che realizzò la statua tra il 1877 e il 1886. Bartholdi era in viaggio in Italia nel 1875-76 e avrebbe avuto modo di vedere a Firenze, nell’atelier di Fedi in via dei Serragli, una prima versione della statua.

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